Dalle indagini, condotte dai poliziotti della Squadra Mobile, è emerso che l’associazione criminale operava avvalendosi di due avvocati e di un notaio modenesi, di un ingegnere di Bologna e di due commercialisti (uno di Modena e l’altro di Milano), nonché di alcuni prestanomi che col pretesto di salvare le imprese, presentavano proposte di concordato strumentali, al solo fine di posticipare la doverosa dichiarazione di fallimento delle società coinvolte.
Ne conseguiva che, quando interveniva il fallimento delle società gestite dagli indagati, l’attivo fallimentare risultava azzerato e le società si presentavano come “scatole vuote”.
Al contempo, sempre grazie alla complessa rete societaria gestita dal gruppo criminale, le risorse così distratte ai creditori venivano reimpiegate in attività finanziarie gestite dall’ex avvocato e dai suoi complici all’estero, ed in particolare in Bulgaria.
I particolari dell’operazione verranno forniti nel corso della conferenza stampa che si terrà in Questura in mattinata